Mitologia e zodiaco nella cultura cinese

La Via del T'ai Chi • mag 01, 2017

Alla base della spiritualità e della tradizione legata strettamente al Tai Chi, vi è l’antica cultura cinese. In questa cultura millenaria che è scolpita nella storia della Cina passata, presente e futura, esistono moltissime leggende che narrano fedelmente l’origine dello zodiaco cinese. Zodiaco formato da... L'articolo Mitologia e zodiaco nella cultura cinese sembra essere il primo su La Via del T'ai Chi.

Alla base della spiritualità e della tradizione legata strettamente al Tai Chi , vi è l’antica cultura cinese.

In questa cultura millenaria che è scolpita nella storia della Cina passata, presente e futura, esistono moltissime leggende che narrano fedelmente l’origine dello zodiaco cinese.

Zodiaco formato da figure animali legate agli anni, in ordine Topo, Bufalo, Tigre, Coniglio, Drago, Serpente, Cavallo, Scimmia, Gallo e Maiale.

Ma come mai figure animali, e perché proprio queste 12 specie?

La risposta la danno due fra le più importanti leggende legate allo zodiaco e alla cultura popolare cinese.

La prima è strettamente connessa con la religione Buddhista . In questa, infatti, Il Risvegliato (Buddha) sentendo i suoi giorni sulla terra ormai prossimi alla fine, chiamò a sé tutti gli animali del creato. Solamente 12 di essi risposero al richiamo e vennero ad offrire il proprio saluto. Come ricompensa per la fedeltà e l’attaccamento dimostrati il Buddha riservò alle dodici creature il privilegio di chiamare ogni anno del ciclo lunare con il nome di ciascuno di essi. Il topo, furbo e rapido per natura, arrivò in groppa al Bufalo superandolo nel finale. Il diligente Bufalo giunse ovviamente per secondo, anticipando l’intrepida tigre ed il pacifico coniglio. Il possente Drago arrivò quinto seguito dal fratello minore, il Serpente. Il Cavallo, il più atletico fra gli animali, fu settimo e la capra elegante e fiera lo seguì subito dopo. Negli istanti successivi giunse al Buddha l’astuta Scimmia, e a seguire il coloratissimo Gallo. Il Cane, fedele, anticipò di poco il fortunato Maiale, che arrivò appena in tempo per salutare Il Risvegliato.

Nella seconda leggenda che andremo ad analizzare, il protagonista non è più il Buddha, bensì l’Imperatore di Giada, sovrano del cielo e della terra . Il magnifico regnante in un viaggio lungo il creato, rimase stupito dalla bellezza della natura e degli esseri viventi, e decise di prendere dodici di essi per portarle con sé nel Cielo, per mostrare agli esseri divini la pura bellezza. Gli animali che decise di far conoscere agli esseri divini furono appunto 12: un topo, un bufalo, una tigre, un coniglio, un drago, un serpente, un cavallo, una capra, una scimmia, un gallo, un cane e un maiale. L’Imperatore di Giada, ammaliato dalla magnificenza delle dodici creature, attribuì ad ognuno di esse un anno del calendario.

 

Leggenda vuole che il gatto, il più bello fra gli animali della tradizione cinese, venne ingannato dal Topo, che invidioso dell’avvenenza del felino, non lo informò dell’arrivo dell’Imperatore, lasciando spazio al buon Coniglio. Un aneddoto che spiega, secondo la tradizione popolare cinese, la fortissima inimicizia fra gatti e Topi.

Le leggende dell’oroscopo e della cultura popolare cinese si riscontrano nei movimenti e nelle posizioni del Tai Chi.

Vieni a scoprire un’arte dalle radici millenarie con noi! La Via del T’ai Chi ti aspetta a Vicenza e Verona.

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Qui trovi le notizie e i contributi di Flavio Toniolo, maestro di stile Yang

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Quando parlo di stabilità durante le mie lezioni, porto sempre come esempio la figura solida del cono.
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Non si sa se sia leggenda o realtà.
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Hou Tie Cheng nasce nel 1951 a Wuqiao nel cuore della provincia dell’Hebel. All’età di 2 anni si trasferisce insieme ai genitori a Tianjin, dove resterà fino ai suoi 16 anni. In questo periodo, per motivi di salute e per volontà dei genitori inizia a praticare lo stile esterno Wai Jia Quan. Fino ai 16 anni, sotto la guida del Maestro Hao Shou Chun, il giovane Hou Tie Cheng pratica gli stili esterni del Wai Jia Quan e contemporaneamente inizia ad avvicinarsi al Suai Jiao (una disciplina sportiva di origine mongola che per molti aspetti si avvicina al Judo). Trasferitosi ad Handan tocca per la prima volta l’arte del Tai Chi con la pratica degli stili interni del Nei Jia Quan (Paqua Chang, Xing Yi Pai e Taiji Quan). Soltanto otto anni dopo, dopo esser diventato professionista di Suai Jiao, conosce il Maestro Yang Zhenji, che seguirà per tutta la vita . Questo incontro cambiò la vita del Maestro Hou. Affascinato dalle sue abilità marziali, Hou, segue fedelmente e giornalmente la via del Maestro Yang Zhenji per oltre 10 anni prima diventare suo discepolo. Questo lo portò a raggiungere una conoscenza eccelsa dell’arte del Tai Chi e a diventarne uno dei più vicini discepoli del Maestro Yang Zhengji. Il Maestro Yang Zhengji ha nominato nella sua vita, ed in un’unica occasione, 80 discepoli. La solenne cerimonia avvenne il 30 luglio 1995, anche su consiglio della moglie anch’ella autorevole Maestro . Nella cerimonia, lo studente si inginocchia di fronte al maestro e gli giura devozione come ad un padre . Questo gesto viene confermato dall’ideogramma cinese di “maestro” a cui si associa anche quello di “padre”. Oltre alla devozione, il discepolo, giura fedeltà nella trasmissione di quanto appreso senza alcuna possibilità di modifica, nel rispetto del Maestro e degli antenati prima di lui. Dopo essere stato riconosciuto discepolo dal Maestro Yang Zhenji, Hou, comincia ad insegnare nel parco cittadino di Handan . Qui può tramandare la sua conoscenza unicamente per passione e senza guadagnare da essa, come dall’ordine impartitogli dal Maestro Yang Zhenji. Il Maestro Hou, quindi, mantiene se stesso e la propria famiglia lavorando come guardiano in una fabbrica. Questo lavoro gli permette di ampliare ed approfondire la sua conoscenza del Taiji Quan, grazie all’insegnamento che svolge nella scuola all’interno della fabbrica ed i legami che continua ad intrattenere con i membri della famiglia Yang che abitano proprio nel vicinissimo villaggio di Yongnian. Hou lavorerà in questa fabbrica dai 26 anni fino ai 60 anni, età in cui raggiunse la pensione. Hou inizia a guadagnarsi da vivere con il Taiji Quan dal 2007, dopo la morte del Maestro Yang Zhenji. Il fatto di essere stato discepolo di Yang Zhenji ha sempre permesso ad Hou di frequentare liberamente gli altri fratelli Yang Zhenduo e Yang Zhenguo , così come altri accreditati maestri della famiglia, tra cui il famoso Fu Zhong Wen . Queste frequentazioni portano grande luce sulla vita del Maestro Hou, sempre facilitate dalla vicinanza abitativa di tutti questi importanti maestri. Il Maestro Hou torna a vivere a Tianjin, in un appartamento che il figlio acquista per lui nel 2007, ma rimane solo pochi mesi. Decide quindi di trasferirsi a Pechino . Insegna Taiji agli studenti universitari, successivamente al parco del Palazzo d’Estate ed infine al parco vicino al Museo Militare, dove il nostro Maestro Toniolo ha avuto modo di conoscerlo nel 2012. A Pechino diventa il riferimento del Taiji Quan della famiglia Yang. Nel 2011 dall’agenzia cinese di Pechino, che il nostro maestro Flavio Toniolo aveva incaricato per la ricerca del M° Hou, è stato presentato come il migliore maestro ed il riferimento dello stile Yang tradizionale a Pechino e non solo. Nel 2014, gli sforzi fatti durante gli allenamenti di Suai Jiao praticato in gioventù, fanno emergere dei forti dolori alla schiena. Dolori che lo porteranno a tornare a Tianjin e a subire un importante intervento. Riuscirà a camminare grazie all’ausilio di 4 chiodi posizionati lungo la colonna vertebrale. Attualmente insegna a Tianjin solo a qualche discepolo (o a piccoli gruppi di discepoli) che giungono da Pechino, Handan e da altre città della Cina. Rispetto agli anni precedenti al suo importante intervento alla schiena, il suo insegnamento si è limitato moltissimo ed è riservato solo a qualche discepolo, coloro che lui considera “figli”. Quella del M° Hou è stata una vita piena di emozioni, cambiamenti, grande sacrificio, un grandissimo amore e passione per l’arte del Taiji Quan, grande rispetto del suo Maestro Yang Zhenji del quale ha sempre rispettato le sue volontà. In tutta la sua vita ha avuto molti studenti ed ha nominato molti discepoli, di cui ultimo ed unico straniero il Maestro Flavio Toniolo . I Maestri precedenti a Hou, Yang Chengfu, Yang Zhenji e lo stesso Hou Tiecheng, non hanno ammesso studenti stranieri fra i propri discepoli . Questa è la prima volta che uno studente “non cinese”, entra a far parte della linea di trasmissione ed eredita a pieno diritto le conoscenze della famiglia.
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