Perché “La Via del T’ai Chi” e non “La Via del Taiji”

Flavio Toniolo • nov 30, 2018

L'origine del nome della nostra Associazione

Torno al lontano 1989 quando, insieme ad altre persone a me vicine, dovevo scegliere un nome per l’Associazione che stava per nascere. Pensavamo inizialmente ad un nome che si rifacesse al Taoismo, che evocasse qualcosa di naturale, di fluido, di morbido. In un primo momento si pensò “La Via dell’acqua che scorre”. L’acqua che, come spesso dico, è il nostro primo maestro.

Subito dopo pensammo al simbolo Taiji (o Tao come viene comunemente e anche impropriamente chiamato).

T’ai Chi ( Taiji ) è traducibile come «Supremo Fondamento» e la parola T’ai Chi non è la diminuzione di T’ai Chi Chuan ( Taiji Quan ) come spesso si intende.

Il T’ai Chi (o meglio il Taiji ) è il famoso diagramma Yin-Yang: un cerchio suddiviso da un’onda in un campo chiaro (Yang) e in un campo scuro (Yin). Yin e Yang sono i due fondamentali principi complementari che si manifestano nelle dualità di ricettivo e attivo, oscuro e luminoso, morbido e duro, femminile e maschile, eccetera. Sono, per la tradizione cinese e non solo, le due forze fondamentali dell’universo.

Questo simbolo si pensa sia nato proprio dall’osservazione dell’acqua che gira e a volte lo si descrive parlando appunto dell’onda bianca e dell’onda scura, oppure di due gocce che si rincorrono. Molto spesso in Cina viene disegnato o rappresentato anche con due pesci di diverso colore che girano in cerchio e che sembrano giocare tra loro come per acchiapparsi: quindi l’alternarsi delle componenti Yin e Yang.

L’idea di “La Via”, partendo da “La Via dell’acqua che scorre”, è rimasta

L’idea di “La Via”, partendo da “La Via dell’acqua che scorre”, è rimasta: volevo con questo nome tracciare un percorso, un cammino per arrivare a qualcosa, anche se inizialmente non era ancora del tutto chiaro o definito dove si volesse andare. Le dinamiche di Yin e Yang mi avvincevano e mi attiravano, allora quanto oggi dopo tanti anni. Rendermi conto che con la conoscenza dello Yin e dello Yang è possibile regolare il nostro stato di salute a qualsiasi livello (mentale e fisico: ancora Yin e Yang...) e il nostro stesso stare con gli altri (cosa a cui sempre meno possiamo sottrarci) mi portava verso il T’ai Chi. E qui non come diminutivo di T’ai Chi Chuan, ma proprio come T’ai Chi (o Tao), quindi alla ricerca del massimo equilibrio delle componenti Yin e Yang.

Il Taiji Quan è invece un’altra cosa, ovvero un’arte marziale basata sull’alternanza di Yin e di Yang. Oggi un percorso di pratica molto importante per la sua doppia azione di mantenimento e miglioramento del nostro benessere, sia fisico che mentale. E non solo.

Nei miei video e nei miei articoli è anche mia intenzione presentare la scuola e il mio modo di fare e di vivere il Taiji Quan, cercando di presentarti questo meraviglioso mondo con un linguaggio che aiuti alla comprensione dell’arte e anche de «La Via del T’ai Chi».

Allora forse ti chiederai perché nel nome della nostra Associazione "La Via del T'ai Chi" la parola “T’ai Chi” è stata scritta diversamente dal sistema pinyin citato nel mio articolo: “Cosa vuol dire Taiji Quan?”

Semplicemente perché fu la prima trascrizione dal carattere cinese T'ai Chi che mi capitò di vedere.

Da allora continuai a scrivere "La Via del T'ai Chi" nello stesso modo in cui lo vidi scritto la prima volta, compreso l’apostrofo.

Questo metodo di trascrizione, così come quello che molte volte troverai scritto tra parentesi, è stato il più usato nei paesi di lingua inglese e, in molti casi, risulta più facile da leggere anche per noi italiani (es. Tan Tien o Chi Kung).

In linea di massima, tranne qualche eccezione, in tutti i miei articoli o post nei social mi sono attenuto alla nuova trascrizione che, per quanto introdotta in Cina dal 1978 e a livello internazionale nel 1982, non è ancora completamente entrata nell'uso internazionale. Oltre al fatto che esiste una vasta letteratura scritta in precedenza e sicuramente ancora molto interessante!

Qui trovi le notizie e i contributi di Flavio Toniolo, maestro di stile Yang

Autore: Flavio Toniolo 11 ott, 2018
La parola che un maestro cinese dice maggiormente ai propri studenti
Autore: Flavio Toniolo 16 ago, 2018
Noi normalmente siamo abituati a conoscere il Taiji Quan per i suoi movimenti lenti.
Autore: Flavio Toniolo 09 ago, 2018
Quando parlo di stabilità durante le mie lezioni, porto sempre come esempio la figura solida del cono.
Autore: Flavio Toniolo 03 ago, 2018
Non si sa se sia leggenda o realtà.
Autore: Flavio Toniolo 02 ago, 2018
Hou Tie Cheng nasce nel 1951 a Wuqiao nel cuore della provincia dell’Hebel. All’età di 2 anni si trasferisce insieme ai genitori a Tianjin, dove resterà fino ai suoi 16 anni. In questo periodo, per motivi di salute e per volontà dei genitori inizia a praticare lo stile esterno Wai Jia Quan. Fino ai 16 anni, sotto la guida del Maestro Hao Shou Chun, il giovane Hou Tie Cheng pratica gli stili esterni del Wai Jia Quan e contemporaneamente inizia ad avvicinarsi al Suai Jiao (una disciplina sportiva di origine mongola che per molti aspetti si avvicina al Judo). Trasferitosi ad Handan tocca per la prima volta l’arte del Tai Chi con la pratica degli stili interni del Nei Jia Quan (Paqua Chang, Xing Yi Pai e Taiji Quan). Soltanto otto anni dopo, dopo esser diventato professionista di Suai Jiao, conosce il Maestro Yang Zhenji, che seguirà per tutta la vita . Questo incontro cambiò la vita del Maestro Hou. Affascinato dalle sue abilità marziali, Hou, segue fedelmente e giornalmente la via del Maestro Yang Zhenji per oltre 10 anni prima diventare suo discepolo. Questo lo portò a raggiungere una conoscenza eccelsa dell’arte del Tai Chi e a diventarne uno dei più vicini discepoli del Maestro Yang Zhengji. Il Maestro Yang Zhengji ha nominato nella sua vita, ed in un’unica occasione, 80 discepoli. La solenne cerimonia avvenne il 30 luglio 1995, anche su consiglio della moglie anch’ella autorevole Maestro . Nella cerimonia, lo studente si inginocchia di fronte al maestro e gli giura devozione come ad un padre . Questo gesto viene confermato dall’ideogramma cinese di “maestro” a cui si associa anche quello di “padre”. Oltre alla devozione, il discepolo, giura fedeltà nella trasmissione di quanto appreso senza alcuna possibilità di modifica, nel rispetto del Maestro e degli antenati prima di lui. Dopo essere stato riconosciuto discepolo dal Maestro Yang Zhenji, Hou, comincia ad insegnare nel parco cittadino di Handan . Qui può tramandare la sua conoscenza unicamente per passione e senza guadagnare da essa, come dall’ordine impartitogli dal Maestro Yang Zhenji. Il Maestro Hou, quindi, mantiene se stesso e la propria famiglia lavorando come guardiano in una fabbrica. Questo lavoro gli permette di ampliare ed approfondire la sua conoscenza del Taiji Quan, grazie all’insegnamento che svolge nella scuola all’interno della fabbrica ed i legami che continua ad intrattenere con i membri della famiglia Yang che abitano proprio nel vicinissimo villaggio di Yongnian. Hou lavorerà in questa fabbrica dai 26 anni fino ai 60 anni, età in cui raggiunse la pensione. Hou inizia a guadagnarsi da vivere con il Taiji Quan dal 2007, dopo la morte del Maestro Yang Zhenji. Il fatto di essere stato discepolo di Yang Zhenji ha sempre permesso ad Hou di frequentare liberamente gli altri fratelli Yang Zhenduo e Yang Zhenguo , così come altri accreditati maestri della famiglia, tra cui il famoso Fu Zhong Wen . Queste frequentazioni portano grande luce sulla vita del Maestro Hou, sempre facilitate dalla vicinanza abitativa di tutti questi importanti maestri. Il Maestro Hou torna a vivere a Tianjin, in un appartamento che il figlio acquista per lui nel 2007, ma rimane solo pochi mesi. Decide quindi di trasferirsi a Pechino . Insegna Taiji agli studenti universitari, successivamente al parco del Palazzo d’Estate ed infine al parco vicino al Museo Militare, dove il nostro Maestro Toniolo ha avuto modo di conoscerlo nel 2012. A Pechino diventa il riferimento del Taiji Quan della famiglia Yang. Nel 2011 dall’agenzia cinese di Pechino, che il nostro maestro Flavio Toniolo aveva incaricato per la ricerca del M° Hou, è stato presentato come il migliore maestro ed il riferimento dello stile Yang tradizionale a Pechino e non solo. Nel 2014, gli sforzi fatti durante gli allenamenti di Suai Jiao praticato in gioventù, fanno emergere dei forti dolori alla schiena. Dolori che lo porteranno a tornare a Tianjin e a subire un importante intervento. Riuscirà a camminare grazie all’ausilio di 4 chiodi posizionati lungo la colonna vertebrale. Attualmente insegna a Tianjin solo a qualche discepolo (o a piccoli gruppi di discepoli) che giungono da Pechino, Handan e da altre città della Cina. Rispetto agli anni precedenti al suo importante intervento alla schiena, il suo insegnamento si è limitato moltissimo ed è riservato solo a qualche discepolo, coloro che lui considera “figli”. Quella del M° Hou è stata una vita piena di emozioni, cambiamenti, grande sacrificio, un grandissimo amore e passione per l’arte del Taiji Quan, grande rispetto del suo Maestro Yang Zhenji del quale ha sempre rispettato le sue volontà. In tutta la sua vita ha avuto molti studenti ed ha nominato molti discepoli, di cui ultimo ed unico straniero il Maestro Flavio Toniolo . I Maestri precedenti a Hou, Yang Chengfu, Yang Zhenji e lo stesso Hou Tiecheng, non hanno ammesso studenti stranieri fra i propri discepoli . Questa è la prima volta che uno studente “non cinese”, entra a far parte della linea di trasmissione ed eredita a pieno diritto le conoscenze della famiglia.
Autore: Flavio Toniolo 24 gen, 2019
Respirare profondamente significa dilatare e restringere al massimo ogni alveolo polmonare
Autore: Flavio Toniolo 17 gen, 2019
Esistono due tipi di respirazione comunemente usati nel Taiji Quan
Autore: Flavio Toniolo 10 gen, 2019
Durante i miei corsi di Taiji Quan e Qi Gong molte persone mi chiedono che respirazione usare.
Autore: Flavio Toniolo 05 nov, 2018
Dal nome si comprende che si tratta di un'arte marziale
Autore: Flavio Toniolo 11 ott, 2018
Durante l’esecuzione dei movimenti del Taiji Quan corpo e mente lavorano assieme
Autore: Flavio Toniolo 11 ott, 2018
Riflessioni di Lao Tzu per noi
Altri post
Share by: